Gottardo: una luce in fondo al tunnel

Ieri pomeriggio a Monaco di Baviera, sotto uno splendido cielo azzurro, FFS Cargo ha invitato i visitatori alla manifestazione «Tunnelblick, luce in galleria» presso lo stand di «SwissMovers» alla fiera transport logistic 2015. Oltre alla relazione introduttiva di Michail Stahlhut, CEO di SBB Cargo International, due clienti della ferrovia merci svizzera hanno risposto nell’ambito di un dibattito alla questione sull’utilità dell’opera del secolo.

GBT
da sinistra a destra: Michail Stahlhut, Bernhard Kunz, Thorsten Klaas-Wissing, Bernhard Metzger, Nicolas Perrin

«Un drastico potenziamento delle capacità, che in futuro risulteranno necessarie anche per un incrementato trasferimento dei trasporti dalla strada alla rotaia» – questo il vantaggio principale identificato da Michail Stahlhut nel suo discorso di apertura. Se solo il 10% del futuro traffico merci su strada lungo il corridoio nord-sud fosse trasferito alla ferrovia, le capacità a disposizione verrebbero interamente sfruttate.

Nel corso della discussione presieduta dal dott. Thorsten Klaas-Wissing dell’Università di San Gallo, oltre a Michail Stahlhut anche Nicolas Perrin, CEO di FFS Cargo, ha messo in risalto la posizione della ferrovia merci. Bernhard Metzger, responsabile della Direzione Logistica e Trasporti della Federazione delle Cooperative Migros e Bernhard Kunz, direttore di Hupac, rappresentavano il punto di vista dei clienti.

«Puntiamo molto sul traffico merci su rotaia all’interno della Svizzera», ha affermato Bernhard Metzger, spiegando che per Migros la galleria offre un grande potenziale per collegare più strettamente la Svizzera tedesca al Ticino. Anche le merci provenienti dall’Italia e i carichi dai porti marittimi italiani potrebbero essere trasportati con maggior efficienza attraverso le Alpi.

«L’ora di tempo guadagnata nel traffico interno ha effetti molto positivi, ad esempio per i nostri clienti in Ticino», ha affermato con convinzione Nicolas Perrin; inoltre, il prolungamento dei treni a 750 metri e l’aumento del peso trasportabile comporterebbero a loro volta un netto aumento dell’efficienza. «Non si tratta solo dei 57 chilometri della galleria stessa, ma di tutto quel che c’è prima e dopo», ha sottolineato Bernhard Metzger; il progetto infrastrutturale dovrebbe ora trasformarsi in una catena logistica ben funzionante.

A questo proposito vi sono ancora molte sfide da affrontare e vincere, anche nella fase finale che precede l’entrata in funzione della galleria. «L’adeguamento delle locomotive alla nuova tecnologia di sicurezza ETCS Level 2 è piuttosto impegnativo», ha citato come esempio concreto Nicolas Perrin. Così come la formazione del personale. Ma ha piena fiducia nel fatto che tutti questi aspetti potranno essere risolti entro le scadenze previste.

Al termine, il dott. Thorsten Klaas-Wissing ha presentato un ospite a sorpresa: il Prof. Leo Wundergut, dottore di sociologia montana e professore di inter-opera-bilità. Con il suo contributo critico sul tema della costruzione della galleria, il cabarettista ha suscitato non poche risate tra i presenti. Ad esempio, quando come alternativa alla «dominazione delle Alpi», ha avanzato l’idea di metterle in fuga, «per farle stabilire nella Germania settentrionale». Successivamente, l’argomento è stato approfondito con grande interesse e serietà nelle conversazioni personali durante il tradizionale rinfresco sulla soleggiata terrazza all’aperto dello stand SwissMovers.

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