La galleria di base del San Gottardo è l’opera del secolo o addirittura del millennio? Lo storico del traffico Kilian T. Elsasser ci parla dell’autoconsapevolezza degli svizzeri e stila un parallelo con altri grandi progetti.
Sig. Elsasser, cosa sarebbe la Svizzera senza il San Gottardo?
La Svizzera e il Gottardo sono uniti da un legame imprescindibile. C’è anzi da chiedersi se la Svizzera esisterebbe come tale senza il San Gottardo. Nel tardo Medioevo, il San Gottardo fu un elemento necessario per la nascita del Paese. I confederati furono avvantaggiati dal fatto che avesse solo un’importanza regionale e che per motivi topografici fosse ritenuto di difficile accesso. Sicuramente più inaccessibile e alto del Brennero, che comunque, all’epoca, rivestiva un’importanza maggiore per gli Asburgo. I quali proprio per questo sottoposero il Gottardo a una sorveglianza meno stretta, affidando ai confederati la gestione del traffico locale.
Il San Gottardo non era quindi un collegamento strategico dell’asse Nord-Sud?
Il San Gottardo acquisì rilievo come trasversale alpina solo con la costruzione della galleria di valico nel XIX secolo. La galleria ferroviaria fortificata vantava anche un’importanza strategica e fu uno dei motivi per cui la Svizzera non venne coinvolta nel secondo conflitto mondiale.
Come valuta il peso della nuova galleria di base del San Gottardo?
Ogni nuova galleria inaugurata sul San Gottardo ha registrato un record a livello mondiale. Lo stesso vale ora per questa nuova galleria ferroviaria, che sarà la più lunga del mondo. Ciononostante mi asterrei dal paragonarla alla Transiberiana o al Canale di Suez, che per la loro imponenza sono opere di tutt’altre dimensioni. È tuttavia straordinario che un Paese così piccolo come la Svizzera, con appena 8 milioni di abitanti, sia in grado di dare vita un’infrastruttura come questa.
Trovate l’intervista completa con Kilian T. Elsasser nel numero 1/2015 della rivista Cargo. All’abbonamento.